I ladri della pace
I ladri della pace
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ioso, avesse sparlato di Lui a Violetta, o che la di Lei famiglia avesse antipatia contro il Pittore, pel di lui modo di pensare. Certamente qualcuno ripeteva in suo cuore Alfredo avrà introdotto fra le ruote del Carro-Amore, un'asta maligna. Così egli tanto sincero, ne riportava cordoglio profondo, logorando lentamente anzi tempo, la sua costituzione una volta fortissima. Egli bruciava senza tregua, di gelosia, egli era desolato trovando l'adorata fanciulla un giorno buona, un giorno cattiva, verso di lui, ma ad onta di quella incostanza, Violetta era sempre un idolo per Alfredo. Cose solite dei grandi innamorati.
«L'amore fu dato all'uomo affinchè egli abbia la misura di quanto possa soffrire». E non perdeva mai la speranza di conquistare quel tesoro nascosto. Nè osava punto lagnarsi della sua Diva, e se un istante solo l'avesse fatto in cuor suo, tosto sentiva rimorso profondo. Per l'artista leale, Violetta era giovane piena di sentimento, bella, buona, gentil
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